La Dinamica Molecolare: il Campo di Forze

Then from these forces, by other propositions which are also mathematical, I deduce the motions of the planets, the comets, the moon, and the sea. I wish we could derive the rest of the phenomena of Nature by the same kind of reasoning from mechanical principles, for I am induced by many reasons to suspect that they may all depend upon certain forces by which the particles of bodies, by some causes hitherto unknown, are either mutually impelled towards one another, and cohere in regular figures, or are repelled and recede from one another.

Isaac Newton. Philosophiae Naturalis Principia Mathematica. London, 1686.


La funzione di potenziale usata nella DM per descrivere le interazioni tra gli atomi del sistema è chiamata campo di forze. Si tratta di funzioni analitiche che dipendono dalle coordinate atomiche {\vec{r}_i} del sistema e da un numero M di parametri {s \equiv (s_1,s_2, \dots ,s_M)}. Sono costituite da una somma di termini ognuno dei quali descrive un tipo di interazione classificata in base al numero di atomi coinvolti.

 V(\vec{r},s) = \underbrace{\sum_{i,j} V^{(2)}(\vec{r}_i,\vec{r}_j;s)}_{Inter. ~a ~2 ~atomi} + \dots + \underbrace{\sum_{tutti} V^{(N)} (\vec{r};s)}_{Inter. ~a ~N ~atomi} \ \ \ \ \ (1)

Un esempio di campo di forza, utilizzato in molti programmi per simulazioni di DM, è il seguente:

ForceField

Equazione 1: Tipica espressione di un force field usato per simulazioni di DM.

1. Interazioni di legame

Sono descritte da termini a 2, 3 e 4 corpi, generalmente armonici, che contengono costanti ottenute da dati sperimentali cristallografici e spettroscopici.

1.1. Vibrazioni di legame

Il primo termine ({V_s}) rappresenta l’energia di vibrazione dei legami. Si usa un potenziale armonico in cui {b_0}, che rappresenta la lunghezza del legame corrispondente al minimo di energia, e la costante di forza {K_b} dipendono dal tipo di legame.

 

Figura 1: Curve di potenziale per le vibrazione di legame: armonico (a destra); Morse (a sinistra). 

In alcuni campi di forze si utilizza la funzione di Morse:

\displaystyle V_M(b)=\sum_{legami} D_e \left\{ e^{[ - k_b(b-b_0)]} -1 \right\}^2 \ \ \ \ \ (3)

dove il parametro {D_e} rappresenta l’energia di dissociazione del legame e la costante {k_b = \omega \sqrt{\mu/2D_e}}, dove {\omega} è la frequenza di vibrazione e {\mu} la massa ridotta (Figura 1). Questo tipo di potenziale descrive meglio vibrazioni su valori di {b} più ampi e fornisce risultati più accurati quando si vogliono riprodurre gli spettri vibrazionali di sistemi molecolari.

1.2. Vibrazione degli angoli di legame

Il secondo termine nella Equazione 1 si riferisce all’energia dovuta alla deformazione dell’angolo di valenza ( interazione a tre corpi). Anche questo ha la forma di potenziale armonico dove {\theta_0} rappresenta l’angolo di valenza di riferimento e {K_{\theta}} la costante di forza.

f_angle-e1517247119266.jpg

Figure 2: Potenziale armonico di vibrazione dell’angolo di legame. 

Esiste un gran numero di varianti dell’equazione 1. Alcuni campi di forza prevedono termini misti tipo {K_{b\theta}[b-b_0][\theta-\theta_0]} che accoppiano direttamente variazioni della lunghezza dei legami e degli angoli di legame [Dauber-Osguthorpe88]. Altri usano termini più complessi per descrivere gli angoli diedri [Mommany75,Levitt83].

1.3. Interazioni a 4 corpi

Due termini sono utilizzati per descrivere le interazioni a quattro corpi.

1.3.1 Gli angoli diedri impropri.

Il primo termine è usato per descrivere i cosiddetti angoli diedri impropri, che sono introdotti per correggere due artefatti: la deformazione delle geometrie tetraedriche e planari. La deformazione delle geometrie tetraedriche è dovuta al fatto che nella maggior parte dei programmi di DM, gli idrogeni apolari (cioè quelli legati agli atomi di carbonio) non vengono trattati esplicitamente, ma viene incluso il loro effetto modificando le funzioni di potenziale degli atomi a cui sono legati. In tal modo un carbonio chirale, legato a un idrogeno, viene simulato con solo tre legami; questo comporta che durante la simulazione si possono avere delle inversioni di chiralità rendendo, quindi, necessario l’uso di questo ulteriore termine di potenziale per vincolare la geometria del sito. L’ angolo diedro improprio, A-X-Y-B, è definito come l’angolo tra il piano che passa per gli atomi A, X e Y e il piano passante per gli atomi X, Y e B.

impr_def

Figure 3: Definizione dei diedri impropri. 

1.3.2 Gli angoli diedri propri

L’altro termine per le interazioni a quattro atomi è quello relativo ai normali angoli diedri ed è una funzione sinusoidale, {K_\phi} è la costante di forza, {n} la molteplicità dei minimi e {\delta} la fase.

f_dih.jpg

Figure 4: Andamento della funzione di potenziale di rotazione intorno a un diedro proprio. 

2. Parametri per le interazioni di legame

Per determinare i parametri per i campi di forza si possono seguire due strade. Il metodo più elegante è tarare questi parametri con i risultati di calcoli quantistici ab-initio su piccoli aggregati molecolari. I campi di forza ottenuti in tal modo, molto spesso, non danno risultati soddisfacenti date le molte approssimazioni che devono essere fatte in questo tipo di procedura. In alternativa è possibile tarare i parametri del campo di forza con dati sperimentali quali: strutture cristallografiche, energie e dinamiche di reticolo, dati spettroscopici, proprietà di liquidi tipo densità e entalpia di vaporizzazione, energia libera di solvatazione, dati di RMN, ecc [Jorgensen83, Lifson83, Giglio69, DiNola70]. In questo modo viene garantita una maggiore riproducibilità delle proprietà macroscopiche di massa di liquidi, in quanto i parametri sperimentali tengono conto implicitamente dell’effetto del campo medio delle molecole del solvente.

2.1 Interazioni di non legame

L’ultimo termine nella equazione 1 descrive le interazioni tra coppie di atomi non legati. Queste sono le interazioni di van der Waals e Coulombiane tra gli atomi {i} e {j} con carica {q_i} e {q_j} alla distanza {r_{ij}}.

2.1.1. Interazioni di van der Waals

Una delle piú utilizzate espressioni per la descrizione del potenziale d’interazione di non legame è il potenziale di Lennard-Jones. Il potenziale di Lennard-Jones è formato da due termini che descrivono una interazione di tipo repulsivo e una di tipo attrattivo:

\displaystyle V_{LJ} (r) = \underbrace{\frac{C^{12}}{r^{12}}}_{Termine~repulsivo} - \underbrace{\frac{C^6}{r^6}}_{Termine~attrattivo} \ \ \ \ \ (4)

{C^{12}} e {C^6} sono delle costanti che possono essere ricavate da dati sperimentali o da calcoli quantomeccanici. In queste funzioni il termine di repulsione dovuto alla forze repulsive a corto raggio viene rappresentato con un termine {C_{ij}^{12}/r^{12}}, mentre nelle funzioni di Buckingham [Buckingham38] si utilizza un termine esponenziale del tipo {b\exp [-ar]}, con {a} e {b} due costanti. Il termine {C_{ij}^{6}/r^{6}} fornisce il contributo dovuto alle interazioni di tipo dispersivo o forze di London [London30, Hsraelachvili85]. I valori delle costanti {C^6_{ij}} per la funzione di Lennard-Jones sono ottenuti per i singoli atomi dalla equazione di Slater-Kirkwood [Margenau69].

\displaystyle C^6_{ij} = \frac{3}{2} \frac{\alpha_i \alpha_j}{\sqrt{\frac{\alpha_j}{N_j}} + \sqrt{\frac{\alpha_i}{N_i}}} = \frac{\alpha_i \alpha_j}{{\alpha_j}^2{C_{jj}^6} + {\alpha_i}^2{C_{ii}^6}} \ \ \ \ \ (5)

in cui {N} rappresenta il numero effettivo di elettroni e {\alpha} le polarizzabilità atomiche: il termine nella seconda eguaglianza deriva dalla relazione: {N_i = 16{(C_{jj}^6)}^2/9\alpha_i^3}

I valori di {C^{12}_{ij}} si possono ottenere da misure sperimentali del secondo coefficiente del viriale (vedi Box) o da dati cristallografici e termodinamici.


NOTA: L’equazione di stato di un gas reale può essere espressa nella forma del viriale

\displaystyle \frac{PV}{nRT} = 1 + \frac{B}{V} + \frac {C}{V^2} + \cdots \ \ \ \ \ (6)

dove {B} e {C} sono il secondo e il terzo coefficiente del viriale. In genere è sufficiente considerare solo il coefficiente {B} per avere una buona descrizione del comportamento ideale del gas.Applicando la teoria cinetica dei gas, Rayleigh, ha trovato una espressione analitica che lega {B} al potenziale di interazione atomica:

\displaystyle B = 2\pi N\int_0^{infty} \left(1-\exp{-\frac{V(r)}{RT}}\right)r^2 dr \ \ \ \ \ (7)

dove r è la distanza da una molecola scelta come origine. Sostituendo in V(r) l’espressione della equazione di Lennard-Jones, si ottengono espressioni che permettono di determinare i parametri {C_{jj}^6} e {C_{jj}^12}, dato che B può essere misurato a differenti temperature. In realtà, le soluzioni che si ottengono per i valori dei parametri non sono univoche. Per ridurre tale indeterminazione, solo il parametro {C_{jj}^12} viene determinato, mentri il parametro {C_{jj}^6} si ottiene dalla equazione di Slater-Kirkwood. 


Una forma molto usata del potenziale di Lennard-Jones, sostituisce a {C^{12}} e {C^6}, i valori di {\sigma} ed {\epsilon} che rappresentano la distanza che annulla il potenziale e il valore dell’energia nel punto di minimo della funzione (vedi Figura).

\displaystyle V_{LJ} (r)= 4 \epsilon \left[\left(\frac{\sigma}{r}\right)^{12} - \left(\frac{\sigma}{r}\right)^{6}\right] \ \ \ \ \ (8)

I valori di {\sigma} ed {\epsilon} relativi a due tipi di atomo, possono essere combinati per ottenere i corrispondenti parametri per l’interazione tra la coppia.

LJcurves

Figura 5: Curva di Lennard-Jones con i parametri.

Esistono diversi tipi di regole di combinazione, in una delle più usate i nuovi parametri si ottengono in questo modo:

\displaystyle \sigma_{ij} = \frac{\sigma_{ii}+ \sigma_{jj}}{2} \ \ \ \ \ (9)

\displaystyle \epsilon_{ij} = \sqrt{\epsilon_{ii}\epsilon_{jj}} \ \ \ \ \ (10)

Le interazioni di non legame tra atomi legati covalentemente o separati da due legami non vengono generalmente calcolate. Nel caso, invece, di interazioni tra atomi separati da tre legami i parametri delle funzioni di LJ sono opportunamente ridotti per evitare le forti repulsioni che si avrebbero a distanze corte. I parametri {C^{12}_{ij}} di atomi uniti (CH-, CH{_{2}}– ,CH{_{3}}-, carboni aromatici) sono valutati in modo da riprodurre le corrette densità cristalline di piccole molecole quando sono simulate a pressione costante.

2.1.2. Interazioni elettrostatiche

L’interazione elettrostatica viene generalmente descritta attraverso un termine coulombiano. Ad ogni atomo del sistema viene quindi attribuita una carica atomica parziale che vengono calcolate con metodi quantomeccanici (vedi appendice). La scelta della costante dielettrica relativa {\varepsilon_r} e’ ancora materia di discussione. Sono stati utilizzati valori che vanno da {\varepsilon_r=1} [Jorgensen88, GROMOS87] a {\varepsilon_r=8} [Hodes79], mentre altri prendono {\varepsilon_r} proporzionale alla distanza {r_{ij}} [McCammon77, Brooks83, Weiner86]. Queste approssimazioni sono fisicamente poco realistiche: la soluzione migliore a questo problema sarebbe l’inclusione nel potenziale della polarizzabilità atomica, che permetterebbe di ottenere il corretto campo elettrico in ogni punto del sistema simulato. Per far questo occorre introdurre l’equazione di campo elettrico che tiene conto della presenza di dipoli indotti sui singoli atomi.

\displaystyle \Delta \vec{p_i} = \alpha_i\vec{E_i} = \alpha_i \sum_i^N \sum_{j \neq i}^N \vec{T_{ij}} \left( \vec{p_j} + \Delta \vec{p_i} \right) \ \ \ \ \ (11)

dove N è il numero di atomi del sistema, {\vec{p_i}} sono il momento di dipolo e {\Delta \vec{p_i}} il momento di dipolo indotto dell’ atomo i-esimo, e

\displaystyle \vec{T_{ij}} = \frac{1}{4\pi\epsilon_0 \vec{r}^3}\left( \frac{3\vec{r_i}\vec{r_j}}{\vec{r_ij}^2} -1\right) \ \ \ \ \ (12)

le precedenti equazioni danno luogo a un sistema di 3N equazioni in 3N incognite (ciascuna delle componenti x, y, z di ogni atomo) che può essere risolto algebricamente o iterativamente. Un altro modo elegante di introdurre la polarizzabilià nel sistema è quello di usare delle cariche puntiformi, localizzate su ciascun atomo e legate da tra loro da oscillatori di opportuna costante di forza (oscillatori di Drude), la loro deformazione in seguito alla interazioni con altri atomi produce una separazione delle cariche e quindi un dipolo indotto

2.1.3. Il legame a idrogeno

Un’ altra importante interazione molecolare è il legame idrogeno. Il termine legame idrogeno viene usato per indicare quasi tutte quelle situazioni in cui le distanze internucleari, {R_{H-X}} e {R_{H-Y}} tra un atomo d’idrogeno H e due altri atomi X e Y, sono significativamente più piccole della somma dei loro raggi di van der Waals ({R_{H-X}<r_H^{vw}+r_X^{vw}}, e {R_{H-Y}<r_H^{vw}+r_Y^{vw}}). Il legame idrogeno dà origine a delle interazioni specifiche la cui energia è minore di quella dovuta alle sole forze di dispersione e mostra delle caratteristiche dipendenze angolari [Lippert76]. In alcuni campi di forza tale tipo di interazione viene riprodotta utilizzando opportuni valori per le cariche e per i parametri della funzione di LJ degli atomi coinvolti in questo tipo di legame [Lifson79, Jorgensen88, Hagler89, Hermans84]. In altri campi di forza sono utilizzati, per garantire il legame idrogeno, speciali termini di potenziale [Levitt83, Brooks83, Weiner86]. Un tipico termine di potenziale è:

\displaystyle V(r) = \frac{A}{r^{12}} - \frac{C}{r^{10}} \ \ \ \ \ (13)

che viene usato per descrivere l’interazione tra il donatore dell’atomo di idrogeno e l’atomo accettore. In altri potenziali, la precedente funzione viene moltiplicata per un termine che tiene conto dell’orientamento tra gli atomi coinvolti.

3. I termini speciali

All’equazione 1 possono essere aggiunti, alcuni termini speciali che, vincolando alcuni gradi di libertà del sistema limitano, lo spazio conformazionale esplorato sulla base dei dati strutturali ottenuti sperimentalmente. Questi termini costituiscono la base per l’ affinamento delle strutture molecolari ottenute da misure di risonanza magnetica nucleare (RMN) o di diffrazione dei raggi X.

3.1. Potenziali di vincolo delle posizioni

Se nel corso di una simulazione si vogliono tenere bloccati le posizioni nello spazio di alcuni atomi del sistema, si può ricorrere all’uso di potenziali armonici del tipo:

\displaystyle V(\vec{r})=\frac{1}{2} \sum_{N}\left(r_{i}-r_{i}^{ref}\right)^2 \ \ \ \ \ (14)

dove N indica il numero di atomi a cui applicare il potenziale di vincolo, {r_{i}} sono le coordinate attuali e {r_{i}^{ref}} quelle di riferimento dell’atomo i-esimo. Questi potenziali sono generalmente usati nella fase di equilibratura di una proteina, per consentire alle molecole del box di simulazione di equilibrarsi intorno al soluto senza perturbarne la struttura iniziale.

3.2. Potenziali di vincolo delle distanze

La spettroscopia RMN permette di ottenere informazioni sulle distanze interprotoniche (tramite l’effetto Overhauser interprotonico) e su angoli diedri (dalle costanti di accoppiamento J) e sugli spostamenti chimici.

Le intensità NOE (Nuclear Overhauser Effect) possono essere convertite in un insieme di limiti superiori {{\vec{r}_{ij}^{ub}}} per le distanze tra gli atomi d’idrogeno {i} e {j}. Queste informazioni possono essere incluse nel campo di forza usando l’espressione:~\cite{Kaptein85}

\displaystyle V(\vec{r})=\frac{1}{2} \sum_{NOE}\left[MAX(0,<r_{ij}^{-1/3}>-r_{ij}^{ub})\right]^2 \ \ \ \ \ (15)

dove la funzione MAX fornisce il valore del maggiore tra i due argomenti.

I valori delle costanti di accoppiamento {J} possono essere incluse nel campo di forza usando la relazione [Torda93]:

\displaystyle V_{J}(\vec{r})= \frac {1}{2} K_{J} \sum_{\phi_i} \left[ <J(\phi_i(\vec{r})> - J_i^{spe}\right]^2 \ \ \ \ \ (16)

Le costanti di accoppiamento {J} dipendono dall’ angolo di torsione {\phi_i} formato dagli atomi per i quali viene misurato il valore di {J}.

Infine, gli spostamenti chimici {\sigma} possono essere vincolati ad assumere i valori misurati {\sigma^{spe}} usando la funzione [Harvey93]:

\displaystyle V_{\sigma}(\vec{r})= \frac {1}{2} K_{\sigma} \sum_{i} \left[ <\sigma_i(\vec{r})> - \sigma_i^{spe}\right]^2 \ \ \ \ \ (17)

dove la sommatoria è effettuata su tutte le risonanze osservate. La media {< \ldots >} presente nelle precedenti equazioni viene valutata sulle traiettorie.

3.3. Potenziali di vincolo sui fattori di struttura cristallografici

Nel caso in cui si disponga di dati strutturali ottenuti da misure di diffrazione dei raggi X (ampiezza dei fattori di struttura {F(hkl)} e, se disponibili, le fasi {\alpha(hkl)} il termine da aggiungere è:

\displaystyle V_{X}= \frac{1}{2}K_{X} \sum_{hkl}\left[F_{calc}(hkl)-F_{obs}(hkl)\right]^2 \ \ \ \ \ (18)

dove {F_{calc}(hkl)} sono le ampiezze dei fattori di struttura calcolati dalla DM [Brunger87, Brunger91]. I valori delle costanti di forza presenti in tali espressioni possono essere cambiati durante l’ affinamento della struttura. L’aumento del valore delle costanti porterà a soddisfare maggiormente le osservazioni sperimentali, ma se i valori diventano molto elevati, la flessibilità della molecola viene fortemente ridotta [vanGunsteren84] rendendo l’ affinamento poco efficace.

L’uso dei valori medi nelle precedenti funzioni di vincolo le rende non conservative (poichè diventano dipendenti dal tempo), questo rende necessario dissipare il calore generato accoppiando il sistema a un bagno termico esterno [Torda90].

4. Campi di forze e librerie di parametri

Esistono vari tipi di campi di forza che sono stati sviluppati da diversi gruppi di ricerca in tutto il mondo. Questi campi di forza sono costituiti da librerie di parametri ottimizzati per varie classi di molecole. Le librerie di parametri più comuni sono quelle ottimizzate per lo studio di proteine o acidi nucleici. Le librerie più usate sono le seguenti:

  • GROMOS: il campo di forza GROningen MOlecular Simulations è stato realizzato all’Università di Groningen da H.J.C. Berendsen e W.F. van Gunsteren. Nella sua attuale versione (GROMOS96) [vanGunsteren98], viene utilizzato nel pacchetto di porogrammi per DM GROMOS96 e Gromacs.
  • OPLS: L’ Optimized Potential for Liquid Simulations è stato sviluppato da W.L. Jorgensen e J. Tirado-Rives~\cite{Jorgensen88} e inizialmente utilizzato per simulazioni Monte Carlo, è diventata una delle librerie più estese e dettagliate. Esistono centinaia di diversi tipi atomici ottimizzati per differenti classi di molecole organiche. Le caratteristiche di questa libreria sono:
    • Le cariche iniziali per la procedura di ottimizzazione dei parametri sono ottenute da calcoli quantomeccanici (set di base 6-31G* o 6-31+G* per anioni).
    • I parametri iniziali della funzione di Lennard-Jones sono gli stessi quelli usati per gli stessi tipi di atomi in molecole simili dello stesso tipo.
    • Un primo tentativo per migliorare le cariche parziali e i parametri di LJ, viene fatto modellando queste funzioni sui risultati energetici e strutturali ottenuti da calcoli QM su complessi acqua-molecola usando come set di base il 6-31G* o il 6-31+G*.
    • Per molecole neutre i parametri sono ulteriormente migliorati attraverso simulazioni del liquido puro. La densità, l’entalpia di vaporizzazione, la capacità termica a pressione costante e la costante di diffusione calcolate sono confrontate con i valori sperimentali. I valori delle cariche e dei parametri di Lennard-Jones vengono quindi modificati fino a riprodurre i dati in fase gassosa e nel liquido.
    • I parametri per molecole cariche sono verificati calcolando le energie libere di solvatazione e di legame.
    • Da notare che le funzioni per la descrizione della vibrazione di angoli e legami non sono proprie del OPLS poichè questo campo di forze venne inizialmente utilizzato per simulazioni Monte Carlo che non consentono il cambiamento di questi parametri. Per usare questo campo di forze in programmi di DM si utilizzano come funzioni di legame quelle di AMBER.
  • CHARMM: Il campo di forza CHARMM (Chemistry at HARvard, Macromolecular mechanics) e l’omonimo programma, sono stati sviluppati da M. Karplus e B. R. Brooks [Brooks83, MacKerell95] alla Univerità di Harvard. Le caratteristiche di questo campo di forze possono essere riassunte nei seguenti punti:
    • Le cariche parziali vengono determinate in modo che il calore di sublimazione, i momenti di dipolo del composto nonchè le energie d’interazioni, le geometrie in fase gassosa di complessi molecola-acqua, vengano riprodotte. Le energie di interazione ottenute dal calcolo QM al livello 6-31G*, vengono scalate di un fattore 1.16, cioè dello stesso fattore che esiste tra le energie di interazione delle molecole di acqua nel modello TIP3P e quelle ottenute dal calcolo QM allo stesso livello.
    • Le costanti di forza per le vibrazioni di legami, angoli e diedri sono tali da riprodurre le proprità geometriche e vibrazionali del composto, ottenute da strutture cristallografiche, spettri IR e Raman e da calcoli QM nel vuoto.
  • AMBER: L’ Assisted Model Building using Energy Refinement [Weiner86, Cornell95] è il campo di forza presente nell’omonimo pacchetto di programmi per DM sviluppato da P. Kollman, all’ UCSF. Le caratteristiche di questo campo di forza possono essere riassunte nei seguenti punti:
    • Le cariche originarie furono ottenute modellando le energie di interazione ottenute dal calcolo QM a livello STO-3G su composti modello.
    • In versioni più recenti del campo di forza, le cariche sono state migliorate attraverso il calcolo della densità elettronica a livello 6-31G* e il fitting di questa con il metodo RESP (vedi appendice).
    • Come parametri di Lennard-Jones si usano quelli del campo di forza OPLS.
    • Le costanti di forza per le vibrazioni di legami e angoli vengono scelti in modo da riprodurre le frequenze sperimentali e teoriche dei modi normali di composti modello.
    • I lone pairs presenti sugli atomi di zolfo sono esplicitamente trattati.
  • CVFF: Il Consistent-Valence Force Field è stato proposto da Dauber-Osguthorpe [Dauber-Osguthorpe88] e viene usato nel programma Discover. Nella equazione (19), viene riportato la funzione di potenziale che descrive questo campo di forza. Una grande attenzione è stata data a creare un campo di forze che fosse in grado di riprodurre le caratteristiche vibrazionali di molecole di interesse biochimico. Questo è evidente dalla presenza nel potenziale, di numerosi termini di vibrazione accoppiati (legame-legame, legame-angolo, angolo-angolo, angolo-diedro, diedro-diedro).

CVFF

cvff2-e1517256922247.png

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(19)

 

5. Ottimizzazione della geometria molecolare

Il campo di forza, descritto nei precedenti paragrafi, viene usato in meccanica molecolare per costruire la superficie di energia conformazionale della molecola e quindi ricercare quelle conformazioni che sono energeticamente più stabili, cioè localizzate in punti di minimo. Questa procedura, come vedremo, è molto importante nella fase di partenza delle simulazioni di DM per evitare che configurazioni molecolari troppo stressate geometricamente, possano creare problemi negli algoritmi di integrazione delle equazione del moto.

Una configurazione molecolare si trova in un minimo locale della sua superficie di energia potenziale (V) se si verifica la seguente condizione:

\displaystyle \sum_{i=1}^N \frac{\partial V_{i}}{\partial \vec{r_{i}}} = 0 \ \ \ \ \ (20)

dove N è il numero totale di atomi del sistema, {V_i} il potenziale dell’atomo i-esimo e {r_i} la posizione dell’atomo i-esimo. La funzione V per N grande è molto complessa e corrugata per cui si comprende bene che la ricerca analitica dei minimi di V è impossibile, occorre pertanto ricorrere a metodi numerici.

Tra i metodi di ricerca dei minimi locali quelli più usati sono:

  • Il metodo dello steepest descent.
  • Il metodo dei gradienti coniugati (conjugate gradient).

Nel primo caso, data una geometria molecolare, definita dalle coordinate {\vec{r}}, si calcola il gradiente {\vec{f} = \nabla V_i} che definisce la direzione lungo cui l’energia potenziale sta cambiando più rapidamente. La ricerca delle nuove coordinate consiste nel muovere le componenti delle coordinate di ciascun atomo, di un passo {\lambda} lungo il vettore {\vec{r} - \lambda \vec{f}} fino a raggiungere un minimo di {V} lungo questa direzione. Partendo dalla nuova geometria {\vec{r_2}} si calcola il nuovo gradiente, {\vec{f_2}} nel nuovo punto e si nuovo le coordinate lungo questo gradiente verso un nuovo minimo. Si procede in questo modo fino a quando il valore del gradiente non si riduce ulteriormente (minimo locale). Il metodo è molto veloce ma diventa poco efficiente in prossimità del minimo.

Il metodo dei gradienti coniugati parte come quello dello steepest descent, ma dopo aver individuato il minimo {\vec{r_2}} lungo la direzione {\vec{s_1} = \vec{r_2} - \lambda \vec{f}}, procede in una n uova ricerca nella direzione {\vec{s_2}= -\vec{f_2} - \beta \vec{s_1}} dove {\beta = \frac{|\vec{f_2}|^2}{|\vec{f_1}|^2}}. In questo modo la direzione di ricerca nel punto {\vec{r_k}} non è più il gradiente di {\vec{f_k}} ma la direzione data dalla combinazione lineare del nuovo gradiente e quello ottenuto dalla precedente direzione di ricerca:

\displaystyle \vec{s_k} = -\vec{f_k} + \beta \vec{s_{k-1}} \ \ \ \ \ (21)

con {\beta = \frac{|\vec{f_k}|^2}{|\vec{f_{k-1}}|^2}}. Pertanto questo metodo, tiene conto del percorso di minimizzazione che consenta, al contrario del metodo dello steepest descent, di minimizzare la molecola più efficientemente in prossimità di un minimo locale.

 

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